28 Mar 2017

Lecablocco Tagliafuoco.

Pareti Veramente Tagliafuoco

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I Lecablocco Tagliafuoco sono elementi modulari studiati per realizzare murature ad elevate prestazioni di resistenza al fuoco. Costituiti da calcestruzzo alleggerito con argilla espansa Leca, di modulo 20×50 cm e spessore variabile da 8 a 30 cm, si dividono in due gruppi di prodotti a seconda dell’impasto:

Blocchi da intonaco: elementi caratterizzati da un calcestruzzo molto leggero (densità di riferimento 800÷1.500 kg/m³) richiedono una intonacatura tradizionale per la finitura delle superfici;

Blocchi Facciavista: elementi caratterizzati da un calcestruzzo di densità non superiore a 1600 kg/m³, presentano una superficie finita, che non necessita di intonaco o altro.

VANTAGGI:

mc112-simbolo-resistenza-fuocoPiù resistenza al fuoco: Le pareti in Lecablocco Tagliafuoco, facciavista o intonacate, hanno le migliori prestazioni di resistenza al fuoco certificate. Lo dimostrano 40 anni di prove al fuoco e lo confermano le tabelle del D.M. 16/2/2007 relative ai blocchi in calcestruzzo leggero.  

mc112-tagliafuoco-sistema-completoSistema completo: Grazie alla presenza dei pezzi speciali, i Lecablocco Tagliafuoco permettono di realizzare pareti di grandi dimensioni “a muratura rinforzata”, con irrigidimenti orizzontali e verticali, per il tamponamento di edifici prefabbricati con ampie maglie strutturali.

mc112-simbolo-sicurezzaRobustezza e solidità: Grazie all’impasto in calcestruzzo di argilla espansa Leca i Lecablocco Tagliafuoco sono solidi e robusti, ideali per garantire la sicurezza “antintrusione”. Il calcestruzzo Leca di cui sono costituiti è inalterabile nel tempo in presenza di acqua e umidità.

mc112-tagliafuoco-attrezzabilitàAttrezzabilità: Grazie alla solidità dei blocchi, le pareti in Lecablocco Tagliafuoco permettono l’applicazione di chiodi, tasselli e di sostenere normali attrezzature come mensole, scaffalature o impianti.

mc112-tagliafuoco-spegnimento-sicuroSpegnimento più sicuro: I Lecablocco Tagliafuoco, grazie alla resistenza al fuoco certificata che li contraddistingue e alla robustezza del calcestruzzo di argilla espansa, rendono più sicuro l’intervento delle squadre di soccorso antincendio.

mc112-tagliafuoco-leggerezzaLeggerezza: I Lecablocco Tagliafuoco, grazie allo speciale impasto in calcestruzzo di argilla espansa (densità fino a 1600 kg/m³), sono più leggeri e maneggevoli rispetto a blocchi in calcestruzzo pesante rendendo più facile la messa in opera con un notevole risparmio di tempo in fase di cantiere.  

mc112-tagliafuoco-durabilitàDurabilità: Le pareti in Lecablocco Tagliafuoco mantengono le proprie caratteristiche di resistenza al fuoco nel tempo. Come dimostrano numerosi casi reali, le pareti in Lecablocco Tagliafuoco rimangono integre e riutilizzabili anche dopo lo spegnimento dell’incendio.  

mc112-tagliafuoco-da-lasciare-facciavistaPareti da lasciare a vista: I Lecabloco Tagliafuoco sono disponibili anche Facciavista con superficie liscia e finita che non necessita di intonaco o ulteriori finiture. La superficie, oltre che gradevole esteticamente, è compatta e resistente e può essere anche solo tinteggiata.

 

INCENDI REALI E LECABLOCCO TAGLIAFUOCO:

Nel dicembre 2016 è divampato un violento incendio in un laboratorio di prove a San Giovanni al Natisone (Udine). Il complesso edilizio comprende uffici, sale convegno e numerosi laboratori compreso quello in cui si è sviluppato l’incendio.
Gli edifici sono stati realizzati con strutture prefabbricate metalliche completate da coperture leggere e pareti esterne ed interne facciavista in Lecablocco.
Il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ha permesso di limitare le fiamme al solo edificio che ospitava il laboratorio prove.
L’ottimo comportamento fornito dalle pareti in Lecablocco durante l’incendio è stato di fondamentale aiuto per l’efficacia del lavoro delle squadre dei Vigili del Fuoco. Infatti durante le fasi di spegnimento, le pareti in Lecablocco sono rimaste integre, mantenendo appieno la loro stabilità meccanica ed impedendo la propagazione dell’incendio agli edifici adiacenti.
L’incendio ha bruciato completamente il materiale infiammabile contenuto all’interno del laboratorio prove e, come evidenziano le immagini, ha danneggiato in modo irreparabile la struttura metallica e la copertura leggera del capannone. A fronte di questa devastazione, le pareti in Lecablocco sono state gli unici elementi costruttivi in grado di resistere all’azione del fuoco, conservando la loro funzionalità anche in seguito a tale evento.

Durabilità

Anche in seguito all’incendio che ha distrutto l’intero contenuto e ha determinato il collasso della copertura e degli elementi metallici, le pareti in Lecablocco Tagliafuoco hanno mantenuto la loro stabilità meccanica e sono rimaste intatte.

Spegnimento più sicuro

Le pareti in ecablocco sono rimaste integre durante l’incendio e hanno resistito perfettamente ai getti erogati dalle autopompe nella fase di spegnimento rendendo più sicuro l’intervento delle squadre di soccorso antincendio.

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L’incendio scoppiato nel dicembre 2016 in un laboratorio prove a San Giovanni in Natisone. Le fiamme hanno colpito l’intero laboratorio di prova.

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Fasi di spegnimento dell’incendio da parte delle squadre di soccorso antincendio.

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Fasi di spegnimento con i getti di raffreddamento erogati dalle autopompe di soccorso. Le pareti esterne ed interne in Lecablocco resistono perfettamente alle spinte dei getti.

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Le pareti in Lecablocco sono rimaste completamente intatte a differenza delle strutture metalliche interne e della copertura che è invece collassata.

CLASSIFICAZIONE EI
PARETI IN LECABLOCCO TAGLIAFUOCO FACCIAVISTA

I limiti di altezza indicati sono quelli massimi per i quali è possibile classificare la muratura con il metodo sperimentale e sono quelli riportati nei fascicoli tecnici.

Si consiglia di contattare direttamente l’Assistenza Tecnica per informazioni circa le modalità di determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco per pareti non portanti di altezza superiore a 8 m.

Modalità di posa

Le pareti non intonacate vanno realizzate con giunti orizzontali e verticali di posa con malta tipo M5 (UNI EN 998-2).

Per murature di grandi dimensioni (altezze superiori ai 4 m) il sistema prevede irrigidimenti orizzontali e verticali come specificato nelle pagine seguenti.

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CLASSIFICAZIONE EI
PARETI IN LECABLOCCO TAGLIAFUOCO DA INTONACO

Modalità di posa
Oltre alle modalità di posa descritte a pagina precedente per le pareti facciavista, i valori indicati nella tabella seguente sono validi per pareti con:

  • Intonaci tradizionali di spessore 1 cm su ambo i lati;
  • Finiture incombustibili (ad esempio in cartongesso) di spessore minimo 1 cm su ambo i lati;
  • Rasatura o intonaco sottile solo per i Lecablocco Tramezza Lecalite.
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IL SISTEMA COSTRUTTIVO E GLI ELEMENTI DEL SISTEMA

I Lecablocco si sono affermati come la migliore soluzione in tutti quegli impieghi in cui è necessario l’utilizzo di pareti aventi resistenza al fuoco.
In ambito industriale e terziario, l’utilizzo di edifici con ampie maglie strutturali ha portato alla realizzazione di murature “snelle” che devono garantire sicurezza statica sia in condizione di esercizio che in caso di incendio (murature Tagliafuoco alte).
Il Sistema Costruttivo “Lecablocco Tagliafuoco” abbina le tecniche costruttive più idonee alla realizzazione di murature alte tagliafuoco alle prestazioni di resistenza al fuoco proprie di un blocco in argilla espansa Leca.
In particolare i Lecablocco Tagliafuoco multicamera sono la migliore soluzione tecnica in quanto consentono di ottenere elevate prestazioni di resistenza al fuoco, isolamento termico e acustico. La leggerezza di Lecablocco Tagliafuoco, dovuta all’utilizzo dell’argilla espansa Leca, porta, inoltre, ad una riduzione della spinta orizzontale dovuta all’azione sismica.
Nelle murature rinforzate di grandi dimensioni i pilastrini e i cordoli, in opera, sono costituiti dalle due costole perimetrali del Lecablocco tipo cavo o corree e da un getto pieno di calcestruzzo. La resistenza al fuoco dei pilastrini e dei cordoli è quindi garantita sia dello spessore pieno di calcestruzzo, sia dall’adeguato ricoprimento delle armature di irrigidimento.

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Elementi del sistema
I pilastrini sono realizzati in blocchi cavi allineati verticalmente con giunti sfalsati. I cordoli possono essere realizzati all’interno di blocchi speciali (detti blocchi correa) oppure all’interno di blocchi cavi predisposti ad essere utilizzati come cordolo.

L’uso del traliccio metallico tipo Murfor all’interno dei giunti di malta orizzontali è consigliato nel caso di murature sottoposte a notevoli azioni orizzontali.

Malta di posa e Calcestruzzo strutturale per irrigidimenti
Per realizzare murature con caratteristiche di resistenza al fuoco occorre utilizzare malte di posa con caratteristiche analoghe o migliorative rispetto a quelle utilizzate per realizzare la parete certificata (M5 o superiore). Il calcestruzzo utilizzato per gli irrigidimenti orizzontali e verticali ha una funzione strutturale e deve possedere idonee caratteristiche meccaniche.
Le malte e i calcestruzzi premiscelati rappresentano la soluzione più vantaggiosa perché con prestazioni garantite in cantiere.

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Ancoraggio alla fondazione
In corrispondenza della base, ed in particolare degli irrigidimenti verticali (pilastrini), la muratura rinforzata deve essere efficacemente collegata alla fondazione (ad esempio tramite chiamate). I collegamenti e la stessa fondazione devono tenere conto delle sollecita- zioni trasmesse dalla muratura in funzione del tipo di vincolo realizzato.

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Ancoraggio ai pilastri
La muratura va collegata verticalmente ai pilastri prefabbricati. Il collegamento è realizzato con staffe metalliche il cui numero e la cui disposizione sono determinati in funzione dell’azione orizzontale trasmessa dalla muratura.

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Ancoraggio in sommità
I sistemi di ancoraggio in sommità sono stati progettati tenendo conto:

  • della deformabilità degli elementi prefabbricati, che possono portare a frecce di entità rilevante e trasmettere azioni non tollerabili dalla muratura. Gli ancoraggi utilizzati consentono uno scorrimento tra la struttura orizzontale dell’edificio e la muratura;
  • della molteplicità delle possibili situazioni di vincolo;
  • dell’incertezza della posizione della muratura rispetto all’elemento prefabbricato; i dispositivi telescopici e le cerniere consentono agli ancoraggi di adeguarsi con flessibilità alla diverse possibili situazioni.
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Vincolo in corrispondenza della base di una trave prefabbricata. L’elemento di collegamento utilizzato contiene un sistema telescopico in grado di assorbire i movimenti di innalzamento e abbassamento della trave senza trasmettere azioni verticali alla muratura

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Vincolo laterale ad una trave prefabbricata. Un meccanismo telescopico consente di variare la lunghezza della parte orizzontale dell’elemento di collegamento adattandola alla distanza tra trave e muratura.

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Vincolo ad una struttura inclinata. La cerniera di cui è dotato l’elemento di collegamento consente di adeguarsi alle possibili inclinazioni assunte dalla struttura portante.

Architravi sopra le aperture

Per realizzare architravi in corrispondenza di aperture è possibile utilizzare blocchi speciali denominati correa. In caso di aperture di grande luce > 2,5 metri) sovrapponendo al blocco correa un blocco cavo opportunamente predisposto si ottiene una architrave di altezza pari 35 cm.

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Giunti di controllo

I giunti di controllo sono interruzioni continue della sezione verticale del muro. Qualora si verifichino tensioni superiori alla resistenza a trazione e taglio della parete, queste si scaricano in corrispondenza dei giunti di controllo evitando la creazione di fessurazioni. In certi casi può essere necessario dare stabilità in corrispondenza dei giunti di controllo utilizzando ferri di armatura piegati a 90°. La distanza fra i giunti di controllo è funzione dello spessore del muro e dell’esposizione della parete (esterna o interna).

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